STRALCI INDECENTI...
Virginia ha occhi grandi da Bambi, più blu del mare profondo,
con ciglia lunghe da Biancaneve.
. Cammina dondolando. Non ha gambe lunghe, dalla camicia sbottonata non spuntano le grandi tette della mamma o della zia Angelica. Si vede tanto bianco. Bianco e due piccole curve, ohhh sììì, due piccole curve bianche come le mie. E papà si lecca le labbra.
Virginia è la mia nuova baby-sitter.
Virginia ha sei mesi più di me.
Virginia è la nostra nuova bambola.
Ma io le controllo, sto all’erta. Non mollo. Non dormo
. Se dormo, schiaccio l’orecchio destro contro il cuscino. Di
giorno non ho paura, il sole guarisce tutto. E’ di sera, è
quando non ne prendo, o non ne prendo abbastanza, che
devo controllarmi di continuo allo specchio. Controllare di
esserci tutta, di essere ancora intera; che non salti troppo
agli occhi indagatori il mio essere irrimediabilmente
spezzata.
Raccolta di racconti
Inclinazione all'indecenza
Fausto Rampazzo & Claudia Ermione Gizzi
Eroscultura.com
Nella stanza in ombra, un anno dopo il sì. Ci contorciamo, ci
sfreghiamo l'uno contro l'altra aggrovigliando le
lenzuola. L'audio della televisione a volume altissimo copre i
nostri gemiti (una mia fissazione: la nostra camera
da letto confina con quella dei vicini). Bacio, bacio, carezza,
ancora bacio, poi i suoi capelli a spazzola si
intrufolano in basso. Mi guizza sotto, attorno, imprendibile.
La sento dappertutto. E' più agile, soprattutto più
decisa; porta i suoi affondi come se il letto fosse il suo
habitat naturale. Io invece mi impiccio nel lenzuolo, soffoco
tra i cuscini, accuso dolore alle reni e alle anche. Sono
sempre stato forte, ma poco elastico. Carezza, bacio non
so da dove, carezza di piede, di lingua. La blocco. La chiudo
tra le braccia trattenendola per le cosce. Lei accenna
un debole tentativo di liberarsi, un ultimo fremito. Si
arrende.